In una grotta cupa, persino i pipistrelli riconobbero la presenza di Torq e si rifugiarono nell'angolo più oscuro, come se sapessero che l'oscurità stessa si stava preparando per qualcosa di terribile. L'aria era densa, quasi palpabile, e ogni goccia di umidità sembrava congelata nel tempo.
All'ingresso, una giovane donna con un vestito bianco, visibilmente affascinata dal misticismo che la grotta emanava, si trovava con il viso rivolto verso l'interno. Sentiva un'energia potente ma indefinibile che la chiamava da dentro la terra.
Da un cunicolo nelle ombre, un uomo armato di coltello osservava. Le sue intenzioni erano chiare e sinistre, ed era pronto a eseguire il suo atto violento. Proprio quando stava per avvicinarsi a lei, una figura emergé dalle tenebre. Era Torq. Con una roncola in mano, egli abbatté l'uomo in un solo colpo mortale.
La donna, voltandosi e trovandosi davanti a questa scena d'orrore, svenne. Torq, con un gesto che smentiva il suo aspetto mostruoso, la raccolse delicatamente e la posò in un angolo sicuro della grotta.
Poi, con una precisione che era quasi rituale, Torq scuoiò l'uomo e lo divise a metà, trascinando le sue parti nel profondo oscuro della grotta.
La morale è doppia: primo, che la violenza sulle donne è un male indescrivibile che può celarsi ovunque, anche in luoghi inaspettati e da persone che sembrano inoffensive. Secondo, che le apparenze ingannano; la vera malvagità può essere celata dietro un volto affabile, mentre la vera bontà può apparire in forme che molti considererebbero terrificanti. In un mondo dove tutto sembra essere un'illusione, forse il più grande inganno è credere di poter giudicare qualcuno solo dall'aspetto.